FLORENCE FOR FREE- FIRENZE GRATIS 2013
28 Febbario 2013
ConcerTiAmoBeethoven - concerto per pianoforte e orchestra, musiche di Beethoven
NOTE DI PRIMAVERA
ConcerTiAmoBeethoven
Con un’introduzione di Michele Dall’Ongaro
L. van Beethoven: Concerto per pianoforte e orchestra n.1 in Do maggiore, op.15
L. van Beethoven: Sinfonia n.1 in Do maggiore, op.21
vincitore del concorso per solisti classi di perfezionamento pianoforte
Orchestra Galilei
Nicola Paszkowski direttore
Dateil: 28/02/2013
LuogoAuditorium Cosimo Ridolfi Banca CR Firenze
via Carlo Magno, 7 (FIRENZE)
OrganizzatoriScuola di Musica di Fiesole
Tel. 0555978548
ore 21 - ingresso libero
info e prenotazioni: r.crescioli@scuolamusica.fiesole.fi.it
INFO
055 5978548
26 Febbario 2013
Short Time II - nuove creazioni per Maggiodanza
Piccolo Teatro
Giovedì 21 febbraio 2013, ore 20.30
Sabato 23 febbraio, ore 18.00
Domenica 24 febbraio, ore 20.30
Martedì 26 febbraio, ore 15.30
Short Time è il primo contest in Italia ad offrire un’occasione davvero
straordinaria a giovani coreografi di talento: eseguire -realizzate da
MaggioDanza- le proprie creazioni dinnanzi a un parterre di critici, che
può dare loro, dopo un’attenta valutazione, l’opportunità di creare uno
spettacolo per le stagioni di balletto a Firenze.
Si tratta di una vetrina, ideata da Francesco Ventriglia, per
dischiudere alla critica nazionale ed internazionale, al pubblico
appassionato e agli addetti ai lavori, un laboratorio dall’alta qualità
artistica, che mette gratuitamente a disposizione dei giovani talenti
della danza contemporanea: il Corpo di Ballo del Maggio Musicale
Fiorentino, il palcoscenico, la struttura ed i servizi del Teatro
fiorentino; una think-tank ideata per rinnovare, creare, sperimentare.
Quest’anno il contest Short-Time è stato programmato al Piccolo Teatro
(21-16 febbraio), in contemporanea a Danzainfiera (21-24 febbraio), per
sancire e consolidare una collaborazione sul territorio fiorentino,
molto attento e attivo nei confronti della danza.
INFO
055 2779350
il: 21/02/2013
il: 23/02/2013
il: 24/02/2013
il: 26/02/2013
LuogoPiccolo Teatro del Comunale
Corso Italia, 12 - 50123 (FIRENZE)
OrganizzatoriTeatro del Maggio Musicale Fiorentino - Fondazione
Tel. 055 2779350 (info)
25 Febbario 2013
Firenze, un nuovo direttore per la Galleria dell'Accademia
Angelo Tartuferi subentrerà da maggio a Franca Falletti
Firenze. Cambio di direzione alla
Galleria dell’Accademia:
Angelo Tartuferi succede a
Franca Falletti,
che lascia il museo dove entrò come vicedirettrice nel 1981 (dopo la
laurea nel 1974 Firenze con Roberto Salvini e Ugo Procacci ed il
perfezionamento) e del quale assunse la direzione nel 1992, svolgendo
con grande passione il suo incarico: ricordiamo il progetto di
allestimento della
gipsoteca di Lorenzo Bartolini, della
collezione di tavole a fondo oro fiorentine e del
museo degli strumenti musicali del Conservatorio di musica Luigi Cherubini; ma anche la direzione del
restauro del David di Michelangelo
dal 2002 al 2004, con il coordinamento delle indagine conoscitive che
ha coinvolto numerose istituti di ricerca italiani ed europei, nonché la
promozione di mostre ed eventi anche di
arte contemporanea
quali «Forme per il David. Baselitz, Fabro, Morris, Kounellis, Struth»
nel 2004, «Robert Mapplethorpe. La perfezione della forme» nel 2009 e
«Arte torna arte» nel 2012.
Angelo Tartuferi, nato a Firenze nel
1957, si è laureato a Firenze con Mina Gregori nel 1982, perfezionandosi
nella stessa Università nel 1986 e conseguendo il dottorato nel 1989,
con una tesi confluita nel volume “La pittura a Firenze nel Duecento”
(1990). Dal 1982 al 1989 è stato collaboratore di Miklós Boskovits nella
redazione del
Corpus of Florentine Painting. Tartuferi, che ha
avuto incarichi di docenza presso l’Università di Firenze e ora a
Perugia, è riconosciuto specialista anche in ambito internazionale,
della pittura del Medioevo e del tardogotico, autore di saggi e
contributi su riviste quali «Paragone», «Arte cristiana», «Antichità
Viva» , «Revue de l’art» e di numerose voci di
The Dictionary of Art e del
Dizionario Biografico degli Italiani.
Storico dell’Arte del Ministero per i Beni e le Attività culturali dal
1990, è stato dal 1997 al 2006 vicedirettore della Galleria
dell’Accademia di Firenze, dove ha tra l’altro realizzato un nuovo
allestimento dei dipinti antichi (XIII-XV) e curato la pubblicazione del
primo volume del catalogo scientifico (2003), insieme a Miklós
Boskovits. Dal 2000 è direttore dell’Ufficio Esportazione Oggetti di
Antichità e di Arte della Soprintendenza fiorentina.
Direttore dal 2006 del Dipartimento Arte dal Medioevo al Quattrocento della
Galleria degli Uffizi, e
vicedirettore del museo dal 2009, sarà ora sostituito da
Daniela Parenti, finora alla vicedirezione della Galleria dell’Accademia, mentre al posto della Parenti alla Galleria dell’Accademia arriva
Lia Brunori, già vicedirettrice del Museo di San Marco.
di Laura Lombardi, edizione online, 25 febbraio 2013
25 Febbario 2013
Galleria dell'Accademia 25-02-2013 | 25-02-2013
Con questo evento musicale, lunedì 25 febbraio
alle ore 21.00, si conclude la più che trentennale attività
dell’attuale direzione del museo; la serata intende essere l’occasione
per un saluto e un ringraziamento agli amici, alla città e a tutti
coloro che cercano la Forma nella materia.
Ingresso gratuito fino ad esaurimento postiIn allegato l'invito col programma della serata.
La S.V. è invitata al concerto
NON FINITO
Galleria dell’Accademia
via Ricasoli 58 - Firenze
Lunedì 25 febbraio 2013
ore 21
Cristina Acidini
Soprintendente
Franca Falletti
Direttrice della Galleria dell’Accademia
Con questo evento musicale si conclude la più che trentennale attività dell’attuale
direzione del museo; la serata intende essere l’occasione per un saluto e un ringraziamento
agli amici, alla città e a tutti coloro che cercano la Forma nella materia.
Ingresso gratuito fino a esaurimento dei post
22 Febbario 2013
A Parigi Chagall tra guerra e pace
Parigi. «
Non ci sono favole nelle mie pitture. Tutto il nostro interiore è realtà, forse ancora più reale del mondo apparente».
Marc Chagall parlava così delle sue opere, un mondo popolato di esseri
fantastici, metà uomini, metà animali. Personaggi che sembrano usciti
dal mondo del sogno e che solo in apparenza sono privi di ogni riscontro
nella realtà. È con questa chiave di lettura che si è aperta al
Musée du Luxembourg di Parigi la mostra
«Marc Chagall, tra guerra e pace», che si terrà
fino al 21 luglio. Il museo espone
un centinaio di opere
dell’artista russo (naturalizzato francese) nato nel 1887 in una
famiglia di confessione ebraica a Vitebsk, una cittadina nell’attuale
Bielorussia. La mostra parigina inserisce l’originale artista nel
turbinio della Storia: «
Chagall è vissuto a lungo, è morto a 98
anni, nel 1985, e ha conosciuto le due guerre mondiali, la Rivoluzione
russa, l’esilio negli Stati Uniti. Ogni sua opera descrive l’incontro
tra eventi esterni, politici e storici, sanguinosi e violenti, e il suo
mondo interiore, immaginario e poetico», ha spiegato la curatrice J
ulia Garimorth-Foray,
la quale ha ripreso il progetto intrapreso dal marito Jean-Michel
Foray, grande esperto di Chagall, morto l'estate scorsa. Al Luxembourg
ci sono alcune tra le opere più belle dell’artista. Come «Gli innamorati
in verde», una tela ispirata al Cubismo dipinta negli anni della Grande
Guerra: nel 1914 Chagall era rientrato in Russia dopo aver trascorso
tre anni a Parigi (dove si era avvicinato agli artisti di Montparnasse)
per ritrovare la fidanzata, Bella Rosenfeld, che sposò poi nel 1915.
Degli anni della Rivoluzione russa (1917) c’è l’Ebreo errante di «Sopra
Vitebsk». Del 1939, «Sogno di una notte d’estate», realizzato una volta
lasciata la Russia, prima per Berlino e poi di nuovo per Parigi. Quando
fuggì la Francia per New York, nel 1941, Chagall dipinse «La Guerra»,
con le sue distruzioni e le sue follie, e nel ’43 il trittico
«Resistenza, resurrezione, liberazione» che mette in scena il calvario
del popolo ebraico.
di Luana De Micco, edizione online, 22 febbraio 2013
VARIE 2013
EVENTI FIRENZE
Il segreto del mio successo? Goupil
A Palazzo Roverella una mappatura degli acquisti favoriti dalla famosa scuderia parigina, che contava anche 100 artisti italiani
Rovigo. Più che una scuderia, come era stata definita all’epoca, era una scuola di artisti: si tratta della
Maison Goupil, fondata a Parigi da
Adolphe, insieme al mercante tedesco
Henri Rittner, nel 1829, e operativa, con diverse filiali europee e statunitensi, fino al 1919.
Ben
introdotta negli ambienti del Salon, ma attiva anche nella promozione
degli impressionisti, la Maison era un punto di riferimento
imprescindibile per gli artisti italiani, e non solo, che soggiornavano
nella capitale francese, ai quali offriva un contratto generoso e,
soprattutto a partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento, la diffusione
delle loro opere, grazie a un sistema moderno di riproduzione
fotografica o a stampa. In cambio suggeriva di fare qualche concessione
al gusto prevalente. Motivo, questo, del probabile attrito, con
rescissione del contratto, tra la Maison e
De Nittis. La mostra
«Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Impressionismo: la Maison Goupil» (catalogo Silvana Editoriale), dal 22 febbraio al 23 giugno a
Palazzo Roverella, ripercorre questa interessante storia, grazie alle ricerche che il curatore,
Paolo Serafini,
ha condotto per anni negli archivi del Museo Goupil di Bordeaux e in
quelli del Getty Research Institute di Los Angeles. In questo modo è
stata ricostruita la mappa delle opere comprate dai collezionisti di
tutto il mondo. Caso esemplare è quello di
Giovanni Boldini,
presente con una ventina di quadri, alcuni rinominati e non più esposti
da molto tempo. Tra le opere riscoperte, anche «Enfin… Seuls!» di
Edoardo Tofano, una vera icona della Maison in collezione privata, non più esposto da sessant’anni, o «Un matrimonio in Basilicata» di
Giacomo Di Chirico,
proveniente dal Messico, acquistato alla Promotrice di Napoli nel 1877
da Goupil, che lo fece esporre a Parigi e successivamente in altre
capitali europee, ma che da allora non è più stato visto. Tra i cento
artisti italiani presenti negli inventari figurano nomi famosi come
Giuseppe De Nittis con «La strada da Napoli a Brindisi», opera molto apprezzata nel Salon del 1872;
Antonio Mancini con il «Saltimbanco» dal Philadelphia Museum;
Domenico Morelli con «Cesare Borgia a Capua», affiancato dalle relative incisioni, oltre al già citato Boldini.
di Lidia Panzeri, da Il Giornale dell'Arte numero 328, febbraio 2013
Firenze
Il miglior collezionismo parla sottovoce
Al Museo Marini un ciclo dedicato alle meno note raccolte private
italiane d’arte contemporanea svela passioni raffinate e investimenti
vincenti
Firenze. Al
Museo Marino Marini prende il via un nuovo progetto annuale
«The Player. Viaggio nelle passioni contemporanee», un’indagine su collezioni private italiane d’arte contemporanea meno conosciute dal grande pubblico. Abbiamo intervistato
Alberto Salvadori, dal 2009 alla direzione del museo che ospita la collezione delle opere di Marino Marini donate al Comune di Firenze.
Perché questo interesse per il collezionismo privato?
Questo
ciclo di mostre dialoga con la vocazione di Firenze al collezionismo:
una città dove i musei d’arte antica e moderna hanno origine quasi tutti
da collezioni private. Lo stesso Leon Battista Alberti, la cui Cappella
Rucellai è contigua a questo edificio e alla quale si può ora accedere
dal museo stesso, lavorò per mecenati privati. Metaforicamente si può
dire che le collezioni private sono un po’ come un «deposito», che
esponiamo a rotazione, in mostre tematiche, come si fa nei grandi musei.
Da qui il titolo «The player», lo stesso del film di Robert Altman?
Il
titolo fa riferimento al doppio significato che può avere la parola in
inglese. «Player» è l’attore ma anche il giocatore, che sintetizza il
meccanismo del collezionista. Sandra e Giancarlo Bonollo, i protagonisti
di questa edizione, hanno riunito, con raffinatezza, discrezione e
intelligenza, opere di artisti di fama internazionale, acquistate al di
fuori del circuito delle aste e in anni in cui quei nomi non erano
ancora così noti. Per esempio, in mostra si trova uno dei primi lavori
di Urs Fischer, o di Giuseppe Gabellone. Nei Bonollo, che conducono
un’esistenza molto appartata nei pressi di Vicenza, la passione per
l’arte si accompagna a quella per la letteratura e il cinema.
Gabriel
Orozco, Simon Starling, Darren Almond, Rineke Dijkstra, Damián Ortega,
Sarah Lucas, Stefano Arienti, Tacita Dean, Jeremy Deller, Mona Hatoum,
Eliasson, Pawel Althamer, Piotr Uklanski, Keith Edmier & Farrah
Fawcett, Marepe: qual è il legame tra i lavori selezionati?
Direi
quello del viaggio nel senso più esteso del termine: viaggio come
spostamento, ma anche viaggio con la mente, il peregrinare in cerca di
qualcosa, per giungere a nuove visioni della realtà. D’altronde la
personalità di alcuni di questi artisti è evocata anche dai film che
presentiamo, grazie alla ormai consueta collaborazione con «Lo schermo
dell’arte film festival».
In tre anni il museo ha
acquistato una sua fisionomia nel panorama contemporaneo, producendo
progetti con artisti giovani, come la mostra, in corso, di Andrea Kvas,
«Campo», a cura di Barbara Casavecchia, per il ciclo «Early one
morning», e svolgendo numerose attività collaterali. Da dove provengono i
fondi?
La Fondazione Marino Marini di Pistoia, privata,
gode di una partecipazione del Comune di Firenze, che si fa carico delle
spese dell’esercizio ordinario. A questo si affianca la nostra attività
di fundraising, e quest’anno abbiamo dalla Regione Toscana un sostegno
di 26.200 euro.
di Laura Lombardi, da Il Giornale dell'Arte numero 328, febbraio 2013
Qui Picasso aveva trovato l’America
La storia dell’amore ricambiato tra la capitale dell’Illinois e il genio spagnolo
Chicago (Stati Uniti). La mostra
«Picasso e Chicago», che si apre all’
Art Institute
dal 20 febbraio al 12 maggio, propone più di 250 opere della collezione
del Museo oltre a prestiti da collezioni private della città e non
solo. A questa si aggiungono
dieci mostre satellite che
esaminano le fonti di ispirazione dell’artista spagnolo, dall’arte
africana a Paul Cézanne. Pur non avendo mai visitato l’America, Picasso
aveva un debole per Chicago, dove vivevano molti collezionisti che
accolsero con immediato favore il suo lavoro. L’occasione per questa
celebrazione è il
centenario dell’Armory Show del 1913,
una cui versione in scala ridotta venne ospitata dall’Art Institute
dopo il suo debutto newyorkese (cfr. l’articolo a p. 34). Tra le 700
opere di arte moderna che all’epoca giunsero a Chicago, ve n’erano
infatti alcune di Picasso. Stephanie d’Alessandro, curatrice di arte
moderna del Museo e della mostra, spiega come un disegno di Picasso del
1906 raffigurante una contadina, appartenente alla collezione dell’Art
Institute, abbia un significato speciale, poiché si tratta della prima
opera di Picasso vista negli Stati Uniti quando fu esposta da Alfred
Stieglitz nella sua galleria nel 1911.
Collezionisti di Chicago come
Frederic Clay e Helen Birch Bartlett permisero al Museo di entrare in
possesso di opere di Picasso a partire dagli anni Venti. Tra queste, «Il
vecchio chitarrista» del 1903-04. L’ammirazione della città per
l’artista culminò nella commissione di una scultura monumentale
presentata nel 1967 davanti al Richard J. Daley Center. Alto più di 15
metri e dal peso di 162 tonnellate, l’enorme volto umano fu un dono
dell’artista, che rifiutò un assegno da 100mila dollari. A corteggiare
assiduamente Picasso per quell’opera fu il celebre architetto di Chicago
William Hartmann. Quando l’artista scoprì che l’Art Institute possedeva
«Madre con bambino» del 1921, donò ad Hartmann il frammento di una tela
che raffigurava un uomo con un pesce in mano, dicendogli di consegnarlo
al Museo; loro avrebbero capito di cosa si trattava. I conservatori
confermarono infatti che l’opera faceva parte della composizione
originaria e ritraeva il padre del bambino, di cui si erano perdute le
tracce.
di Javier Pes, da Il Giornale dell'Arte numero 328, febbraio 2013
Firenze, tre giornate di studio per Lorenzo Bartolini
Si presentano anche la donazione dell'archivio dello scultore e il database online delle sue opere
Firenze. A
Lorenzo Bartolini (Savignano di Prato 1777-Firenze 1850) sono dedicate
tre giornate di studio alla
Galleria dell’Accademia e al
Gabinetto Vieusseux dal 17 al 19 febbraio, cui parteciperanno una trentina di studiosi italiani e stranieri.
L'iniziativa
fa seguito alla prima mostra monografica dedicata allo scultore nel
2011 alla Galleria dell'Accademia, che ha visto esposte moltissime opere
poco accessibili al pubblico e inediti assoluti, richiamando quindi
l’interesse degli studiosi che in occasione di questo
convegno presenteranno gli esiti delle nuove ricerche. Proprio nella
Galleria dell'Accademia, in una grande sala al piano terreno, è esposta
dal 1983 la collezione dei modelli originali in gesso dello scultore
cui si deve la conquista di una nuova attenzione alla realtà fenomenica
del dato naturale, fondamentale per gli sviluppi dell'arte della seconda
metà dell'Ottocento.
Il 17 febbraio, a partire dalle ore 18.30, saranno presentate due iniziative di grande importanza:
la
donazione, da parte della Fondazione non profit Friends of Florence,
dell’archivio dello scultore e il database online delle sue opere.
Le carte di Lorenzo Bartolini provenienti dalla maggiore delle sue tre
figlie, Paola Napoleona, attraverso il ramo degli eredi Pianetti
Lotterighi della Stufa, erano raccolte senza un ordine logico, in
conseguenza di passate donazioni, divisioni e dispersioni. Ora,
riordinate e catalogate, sono divenute patrimonio a disposizione di
tutti gli studiosi. Il database è un lavoro di grande impegno e tuttora
in progress, uno strumento prezioso per portare alla luce opere
disperse, fare nuove attribuzioni e identificazioni di soggetti a oggi
ignoti (www.polomuseae.firenze.it/bartolini).
Il Mito, il Sacro, il Ritratto, dipinti dai depositi della Galleria Palatina.
La Sala delle Nicchie nella Galleria Palatina, è la sede della
mostra Il Mito, il Sacro, il Ritratto, dipinti dai depositi della
Galleria Palatina. Si tratta di una breve antologia che vuole essere
l’occasione per avvicinare il pubblico alla conoscenza di un patrimonio
d’arte inesauribile e sempre sorprendente, frutto della lunga vicenda
del collezionismo mediceo e del vincolo indissolubile che la famiglia
regnante volle fissare con Firenze, legandole la permanenza dei loro
tesori “per ornamento per lo Stato, e per utilità del Pubblico, e per
attirare la curiosità dei Forestieri”.
I diciannove dipinti qui riuniti raccontano le vicende dei luoghi di
provenienza, i palazzi e le ville granducali, dei committenti che le
avevano richieste ai pittori più in voga al momento, o che le avevano
acquistate sul mercato antiquario, spinti dal desiderio di arricchire le
loro raccolte.
La mostra è inclusa nel biglietto d’ingresso alla Galleria Palatina.
Non ci sono ulteriori variazioni sul costo del biglietto.
Date da: 17/04/2012 - a: 30/03/2013
LuogoGalleria Palatina (Palazzo Pitti)
piazza Pitti, 1 - 50125 (FIRENZE)
OrganizzatoriSoprintendenza speciale per il Polo Museale fiorentino
Tel. 055294883
INFO
055 2388616
Walter Angelici - Il contenitore dei ricordi - mostra di arte contemporanea
Questa bellissima mostra riunisce oltre quaranta opere dell'artista
italiano, apparso agli occhi della critica europea come vivace e
innovativa figura dell’arte contemporanea capace di segnare i nuovi
svolgimenti dell'immagine, autentico segnale di nobiltà.
Date da: 10/11/2012 - a: 10/05/2013
LuogoPalazzo Borghese
via Ghibellina, 110 - 50122 Firenze (FIRENZE)
orario: dal lunedì al sabato dalle ore 9.00 alle 17.00; la sera ad eventi.
ingresso libero
INFO
055 2396293 – 2382041
Alla riscoperta della Dimora delle Nevi - mostra
fotografico-documentaria nel Centenario della Spedizione De Filippi
1913-14 in Asia Centrale
Cento
anni fa Filippo De Filippi organizzava una grandiosa Spedizione in Asia
Centrale, la più importante fra tutte, per il progresso della
conoscenza, specialmente scientifica, del Karakorum.
A un secolo di distanza, la Società di Studi Geografici, il Dipartimento
di Studi Storici e Geografici, il Museo di Storia Naturale
dell’Università di Firenze,il Comitato Ev-K2-CNR e la Società Geografica
Italiana intendono promuovere il centenario della Spedizione con una
mostra fotografico- documentaria illustrata da preziosi materiali
originali.
De Filippi Centenary
Filippo De Filippi 1913-14 Expedition Centenary |
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A hundred years ago Filippo De
Filippi organised a great Expedition to Central Asia. This proved
important above others in promoting knowledge of the Karakoram,
especially in the scientific field. There are several reasons for
interest in this early 20th century Karakoram expedition: the position
(bitterly contended between Pakistan and India) on the border along the
neighbouring Siachen-Rimu glaciers; reawakened interest in exploration
and particularly Italy’s contribution in this field; the attraction of
new forms of tourism; lastly and importantly, the recognition that our
scientific heritage should be cared for and used appropriately. The
Karakoram in the northern Pakistan range, which includes K2 and other
exceptional high altitude peaks, is now also a famous destination for
trekkers and mountaineers and is still, as in the times of De Filippi
and the Duke of the Abruzzi, an invaluable field for on-site scientific
exploration.
A hundred years on, to celebrate the centenary of this Expedition,
the Society for Geographical Studies, the Department of Historical and
Geographical Studies, the Natural History Museum of Florence University,
the Ev-K2-CNR and the Italian Geographical Society are promoting
exhibitions of photographic, documentary and valuable original materials
of great interest.
In the sections of this web portal the user can find all the relevant
material, information and projects related to the De Filippi Expedition
Centenary.
The Centenary web portal is edited by Laura Cassi and Francesco Zan
Dateda: 30/11/2012 - a: 15/03/2013
LuogoArchivio Storico del Comune di Firenze
Palazzo Bastogi, Via dell'Oriuolo, 33-35 - 50122 (FIRENZE)
OrganizzatoriMuseo di Storia Naturale - Università di Firenze
Tel. 055 2757058 - 055. 2757480
Orario:
lunedì e venerdi: 10.30-16; da martedì a giovedì: 10,30-18. Sabato e domenica: chiuso.
ingresso libero
INFO
055 2616527
Short Time II - nuove creazioni per Maggiodanza
Piccolo Teatro
Giovedì 21 febbraio 2013, ore 20.30
Sabato 23 febbraio, ore 18.00
Domenica 24 febbraio, ore 20.30
Martedì 26 febbraio, ore 15.30
Short Time è il primo contest in Italia ad offrire un’occasione davvero
straordinaria a giovani coreografi di talento: eseguire -realizzate da
MaggioDanza- le proprie creazioni dinnanzi a un parterre di critici, che
può dare loro, dopo un’attenta valutazione, l’opportunità di creare uno
spettacolo per le stagioni di balletto a Firenze.
Si tratta di una vetrina, ideata da Francesco Ventriglia, per
dischiudere alla critica nazionale ed internazionale, al pubblico
appassionato e agli addetti ai lavori, un laboratorio dall’alta qualità
artistica, che mette gratuitamente a disposizione dei giovani talenti
della danza contemporanea: il Corpo di Ballo del Maggio Musicale
Fiorentino, il palcoscenico, la struttura ed i servizi del Teatro
fiorentino; una think-tank ideata per rinnovare, creare, sperimentare.
Quest’anno il contest Short-Time è stato programmato al Piccolo Teatro
(21-16 febbraio), in contemporanea a Danzainfiera (21-24 febbraio), per
sancire e consolidare una collaborazione sul territorio fiorentino,
molto attento e attivo nei confronti della danza.
INFO
055 2779350
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